Comunicare l’esperienza (2)

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Ancora un estratto della metodologia, affrontata dagli amici della CSO. Vi sintetizzo dei passi, che mi sono appuntato, che possono essere utili. Spesso comunicare al prossimo, il nostro destino, la nostra natura, il bisogno radicale di felicità diventa complicato. Questo perchè non è semplice scavare a fondo nei desideri, averli chiari in mente, prima di tutto dentro noi stessi. Risvegliare il desiderio si compone nel comunicare questo stato e trasformarlo in forza propulsiva per fare le cose (che sia la ricerca del lavoro, migliorare il lavoro, intraprendere una nuova attività). Talvolta il comunicare sembra una perdita di tempo, ciò accade perchè non siamo convinti delle mete prefissate, e inconsciamente non vogliamo dare spazio all’altro, nel sollevarci delle obiezioni. L’esempio del ciabattino puà aiutarci a comprendere questo schema: non osiamo affrontare la realtà (costruire una scarpa) che sia conforme al nostro piede (desiderio). Spesso ci accontentiamo di lamentarci, che il piede fa male, senza chiedere consiglio all’altro su come fabbricare una tomaia adeguata (esperienza).

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Spezzare la gabbia del pessimismo non è facile. Occorre dimostrare che desiderare non è solo possibile, ma anche utile. L’unica arma che abbiamo, insieme all’audacia, è l’esperienza. Generare esperienza. Accumulare esperienza. Le aspettative irragionevoli aumentono il senso di frustrazione, portano l’individuo verso la china della disperazione. E lì, la sconfitta è servita. Come ci è utile l’esperienza? Come può aiutarci nel percorso? Il discorso va calato nel concreto, negli obiettivi che uno si è prefissato. La prima domanda potrebbe essere: quanto ne so di quel desiderio, che mi accingo a trasformare in realtà? Quanto ho condiviso, di questo desiderio, con le persone amiche? Cosa mi hanno detto? Come mi hanno aiutato? Quali le reazioni e i consigli? Ne ho fatto veramente tesoro? Prendere sul serio le risposte e non accettare banalmente le prime impressioni, porta il nostro io a protendere all’obiettivo, ad identificare la realtà che più appassiona e cercare di plasmarla. Quindi un desiderio agganciato al reale, con gli altri, in mezzo agli altri; non una pallida aspirazione, che appassisce in solitudine, di fronte gli ostacoli della vita.

 

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