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Intenzione o esperienza? La differenza è enorme tra il riflettere di fare una cosa (tergiversare, allungare, allungarsi, infine perdersi) e l’esperienza (anzi: L’ESPERIENZA, il dato più alto riconoscibile alla vita).
Cosa può esistere di massimo sulla terra? Potremmo pensare all’amore, oppure al successo, la salute, eccetera. No, è l’esperienza, ciò che determina la pienezza di vita.
L’intenzione è solo il fiele che distoglie dal rendere concreto il pensiero in azione.
Che inferno peggiore conosciamo di certi pensieri: “avrei voglia di”, “mi piacerebbe ma..” “vorrei questo per me ma…” e l’intenzione rimane appesa là, ingombrante ma vuota.
L’esperienza muore nella culla soffocata dalla paura. O peggio, dall’ignavia.
A pagina 10 degli Esercizi 2014 si legge così: «L’adulto è chi ha raggiunto l’unità della vita, una coscienza del suo destino, del suo significato, una energia di adesione…»
“…la Sua presenza nella vita, l’unica che può ridurre sempre di più la distanza tra l’intenzione e l’esperienza”.
Infine si parla dell’Eterna Alleanza, tra Dio e noi, di come essa possa essere la chiave per concentrarsi sul proprio destino.
Accettare i giorni del sole e della pioggia, sforzarsi di, nelle parole del Gius, “di vivere all’altezza della propria umanità”.
L’eterna Alleanza che Dio ha stabilito con noi (ognuno di noi, singolarmente) è l’unico tesoro, segreto, che bisogna ricordare per trasformare il ferro in oro (vaga intenzione in luccicante ESPERIENZA).
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