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L’appuntamento per i referendum è stato pubblicizzato. Ampiamente.
C’è da dire che si è propagandato l’importanza di raggiungere il quorum, non il significato dei quesiti.
Per la sinistra è più importante il quorum che spiegare il voto SI o NO.
Esso diventa un test per il Governo: tanto più l’opposizione porta le truppe cammellate, tanto più la vittoria (o la sconfitta) sarà rimarchevole.
Se i referendum passano, Bersani e co. strombazzeranno che quello rappresenta un segnale senza appello: Berlusconi deve andare a casa.
Sembra chiaro che l’acqua, il nucleare eccetera non c’entra nulla.
Questi referendum sono una maniera di deresponsabilizzare i politici, che non sanno fare politica.
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Per circa quindici anni la Sinistra ha cercato di fermare Berlusconi, non c’è riuscita. Allora ha trasformato il Premier nella sua nemesi, l’ossessione, il veleno.
Dopo questo tempo, nel PdL si parla di successione, rinnovamento.
L’opposizione è terrorizzata: una cosa è abbattere il nemico, un’altra è che il nemico si ritiri a vita privata. Significherebbe quindici anni di lotte senza risultati, senza fondamento.
Per la Sinistra oggi è l’ultima chance. O riesce a far passare i referendum, oppure per l’ennesima volta la spallata al Governo non ha effetto.
Beppe Grillo da sempre ha cavalcato l’onda parlando degli sprechi in politica. Non a torto. Puntualmente scrive di quanto costa al cittadino la Camera, il Senato, il singolo deputato e perfino la bouvette e la cancelleria.
Sono cifre colossali. Faraoniche.
Se partissimo da questi dati, sottolineo REALI, l’indignazione dovrebbe montare. Fa specie come una parte di cittadini si diverta a votare i referendum, dimenticandosi che ha già votato e ha già espresso un giudizio.
L’analisi è: dalle elezioni nazionali in giù (anche per provincia, regione, ecc) ognuno ha scelto un partito e i candidati rappresentanti. Colori i quali siedono nell’agorà politica, sintetizzano e spingono il pensiero dei cittadini che li hanno votati.
Per dirla ancora “alla Grillo”: i politici sono pagati per amministrare, scegliere, fare le veci di noi contribuenti.
Se ora l’opposizione “tira per la giacchetta” per votare i referendum, è chiaro che non ha fatto e non sa fare il suo dovere.
A fronte di una spesa nazionale onerosissima, per mantenere gli organi politici, la Sinistra implora il popolo di decidere direttamente.
Prega di raggiungere il quorum, perché loro -politici- non hanno alternative. Non riescono, torniamo al ragionamento di prima, a dare la spallata a Berlusconi.
Quella politica che per nascondere la propria inettitudine implora l’aiuto dei cittadini, dovrebbe essere punita, con il non-raggiungimento del quorum referendario.
Non andrò a votare. Rimane il punto fermo che ognuno debba fare il suo lavoro. Chi lautamente è pagato per sedere in Parlamento, ha il mio mandato. Dunque, non chieda di lavorare al posto suo.
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