il popolo del pane

Religione di pace o competitor spietato?

(Articolo tratto da file audio)

Nel precedente articolo abbiamo accennato al Popolo del pane, ossia la moltitudine di persone che si aggrega ad una religione per avere la speranza della pancia piena, se non ora almeno nella vita prossima.

Come dire: disperazione nella vita, almeno nell’aldilá qualcosa più vicino possibile ad un Paradiso.
Per queste persone anche un pasto al giorno equivale al Regno dei cieli.

Il popolo del pane deve essere preso sul serio perché non rappresenta duecento, tremila o tre milioni di persone ma miliardi di individui.
Il Papa fa questi viaggi nel terzo mondo e testa la sua forza, il Cristianesimo vince perché ha una capacità di attrazione che si chiama speranza.
Il popolo del pane é senza dubbio con la Chiesa.
C’è un però, esiste un competitor spietato: l’Islam.

L’Islam oltre a promettere piú o meno le stesse cose (loro parlano di fiumi di latte e miele) aggiunge un plus: la possibilità di jihad, adesso.
Sarebbe lo sforzo contro la miseria, contro l’Occidente, contro l’uomo bianco e -purtroppo- rappresenta un polo di attrazione per assassini.
In parole profane la Jihad é uno sforzo sfociante nel terrorismo e nella rappresaglia.

Il Cristianesimo ne é sprovvisto, e meno male direte, ok ma pensate che per il popolo del pane la Jihad é una forma di riscatto, o meglio una vendetta.
Voglio farvi capire che dovete/devono smetterla di considerare l’Islam un inoffensivo gattino. Guardate la realtá: una tigre che ci salta addosso oppure si fa saltare con il plastico.

Aver perorato per 10 anni e piú la balla della “religione di pace” ha reso la Jihad piú forte e l’Islam piú aggressivo.
A causa di un certo cattolicesimo.

Come risollevarsi dal degrado?
Tornando alle basi: i santi, i miracoli, il soprannaturale. Lí la Chiesa é imbattibile. Invece preferisce i ponti, i barconi: siamo sicuri che non voglia essere battuta?