La colata – una recensione di Sea sorrow

Sea sorrow è una colata di buoni sentimenti, sensi di colpa, propaganda martellante su immigrazione, accoglienza, ONG.

Unico aspetto interessante (surreale): l’accostamento Nazisti/Europei, che lascia veramente basiti. A voi le personali considerazioni.

Il film è super blasonato, super premiato, candidato a oscar, premi, riconoscimenti, patrimonio dell’umanità… un sistema promozionale auto-referenziato a cui ormai (secondo me) non crede nessuno.

Il file sotto vi aiuterà a farvi una VOSTRA idea.

 

File audio, poi trascritto.

Qualche considerazione sul film Sea sorrow.

Sea sorrow è un gigantesco manifesto pro ONG, sull’associazione Unhcr, e sui leader ONU che si occupano di rifugiati.

E’ un operazione di marketing, piuttosto banale, che mira a suscitare sensi di colpa, e mostra il profugo impaurito, quello che piange, tutto molto scontato.

Per cercare di sollevarsi dall’ovvio il film paragona il presente di oggi ai tempi della seconda guerra mondiale, dove l’atteggiamento dell’Europa moderna è uguale al nazismo.

Che io sappia l’azione dell’Europa è al massimo quella di rifiutare, l’azione del nazismo era quella di perseguitare, due cose differenti e distanti.

Il film non ha guizzo, convince chi vuol farsi convincere, annoia quelli che sono giunti alla realtà. E’ una tragedia montata ad arte.

In questo film/documentario c’è sempre la regista che interviene, fa una sorta di prologo: ad un certo punto sottolinea che in Siria e in tutto il Medio Oriente ci siano delle guerre, guerre in corso, continuano a esserci guerre, ci saranno ulteriori guerre, quindi l’Europa deve prendersi carico dei rifugiati. Di tutti i rifugiati. Giù pistolotti, prediche, esortazioni.

Chi legge il mio blog sa che la ricetta per risolvere la questione è opposta.

Occorre staccarci dalla pretesa di essere i custodi, gli angeli custodi, del Medio Oriente. Il Medio Oriente è in lotta con sé stesso da 1000 anni, è presunzione pensare di risolvere o migliorare esportando democrazie e importando disperati.

L’Islam deve e può pensare ai suoi fedeli, non possiamo più prenderci carico delle loro guerre.

Chi dice che noi siamo i salvatori del Medio Oriente, sta mentendo. Questa film sta mentendo. Come può l’Europa gestire l’esodo di nazioni, continenti, senza innescare guerre civili?

Ho scritto varie volte di una assunzione di responsabilità, di tutti i popoli, di tutte le religioni, alle proprie sfide.

Quindi sia l’Islam ad intervenire per i suoi fedeli; oggi quando parli dell’islam tirano dentro il cattolicesimo. E’ una cosa assurda.

Il cattolicesimo ha le sue sfide, i suoi problemi, situazioni gravissime, le leggiamo su tutti i giornali, deve pensare a questo, non a fare la ruota di scorta dell’Islam.

Il film si chiude con una celebrazione all’accoglienza universale, ma nulla dice di come dovremmo trattare i milioni di rifugiati, specie quelli che invocano la sharia.

Dove sistemare queste persone, come risolvere i loro problemi, e perché, in nome di Dio, dovremmo risolvere i loro problemi, prima dei nostri.

Una colata generalista che di vero ha solo l’immenso business che gravita sulla pelle dei disperati.

 

Author: Fede Bason

Mi definisco patriota, liberale, cattolico borghese. Provo avversione per qualsiasi forma di censura. Seguo con interesse politica, attualitá, tutto ciò che é 'weird'.