Cambiamenti in vista per il blog?
Forse si. La realtà sopraggiunge a velocità folle: quello che ieri era futuro oggi è vecchio, tramontato.
Cosa rimane di un mondo impazzito, se non cercare di decifrarlo, lasciandosi dietro ciò che non è funzionale alla prova del tempo?
Per dare un senso alla realtà bisogna riconoscerla, poi imbrigliarla, in caso contrario essa può aggredire con ferocia, trasformando ognuno di noi in nemici invece che in protagonisti.
Niente è terribile come sembra, la nuova dimensione va decodificata. C’è un “profeta” che ha già visto il destino del mondo, sta a noi fluire dentro questa profezia, metterci in contatto mentale con lui, perché l’eventualità della catastrofe sembra, di giorno in giorno, sempre più vicina.
L’Europa come la conoscevamo è morta, la tenebra del political-correct, del dominio bancario, delle elitè massoniche ha avvelenato il desiderio dell’uomo, il bisogno di sentirsi popolo tra i popoli.
Le radici “giudaico-cristiane” che si fondavano non sull’appartenenza ad una fede ma ad una modalità spirituale di fare politica, sono state recise, non esistono più.
Parlarne oggi non ha senso, questo fa comprendere quanto l’irrazionale abbia conquistato il cuore dell’uomo.
Gruppi di potere premono sull’Occidente per il riconoscimento della sharia, la legge del Corano, per imprimere il nuovo corso, ovvero le radici islamiche dell’Europa.
Pazzesco vero?
Tutto perfettamente annunciato nella profezia.
La Chiesa Piccola
Chi ha avuto la “visione delle cose” da molti anni ha definito la parabola dell’umanità.
Lo ha fatto per filo e per segno, in veste di un’autorità che il Cristianesimo (anche se tutto volge al caos) ancora riesce ad imprimere.
Ciò che rasserena oltre la stessa essenza del Mistero, è percepire i piani di Dio come invincibili.
Per non logorarci nelle ipotesi iniziamo ad evidenziare i dati stabili, la fonte della profezia.
Joseph Ratzingher, interiorizzandola come una malattia, ha preso su di sé la rivelazione della “fine”.
O meglio, di un nuovo inizio: l’Europa scristianizzata, ridotta a contenitore vuoto, sarà la scintilla di una Chiesa piccola, ridotta ai minimi termini, di nuovo eletta.
Un pugno di uomini, nelle distese di chiese deserte, che continueranno a testimoniare il Mistero.
L’ingresso alla fede sarà presente ma la porta diverrà piccola, più difficile entrarci, l’oceano di fedeli si annullerà in un piccolo gregge, preziosissimo.
Infine l’ultima rivelazione: l’Europa in mano all’Islam.
Come l’arca di Noè
Ma è davvero possibile che una sola religione possa sgretolare tutte le altre?
Dovremmo credere che di un tratto svaniscano millenni di storia, di conquiste, di libertà?
Il punto non è crederci o non crederci, sta accadendo ora, infettandoci uno dopo l’altro.
Raggiungendo in pochi istanti milioni di chilometri, uomini, nazioni, culture diverse, l’Europa in mano ad una oligarchia, ci chiamerà ad un futuro di sottomissione.
Non cerchiamo lo zampino del diavolo, atteniamoci soltanto alla profezia di Ratzingher:
Ciò che accade è perché Dio lo vuole.
Quindi?
Rimaniamo immobili in attesa della fine?
No, il contrario. Prima di tutto sosteniamo la Chiesa a riappropriarsi del Mistero, dei miracoli, dei santi, del soprannaturale.
Poi aiutiamola a non percorrere ponti pericolosi, a non praticare un’accoglienza indecente, facciamole comprendere che il raggiungimento di ricchezza tramite l’immigrazione finirà per mortificarla.
Infine scegliamo uomini (già ci sono: molti esponenti dell’attuale Governo verde-giallo) per ripristinare l’autorità mondana/religiosa. Dare sostegno alla vita pratica dei cristiani, smorzare l’enfasi tragicomica “barconi e clandestini” di alcuni religiosi.
Ho trovato molte similitudine tra la profezia di Ratzingher e la cronaca di Noè e la sua arca:
“Costruisce un’arca sopra le montagne! Noè è pazzo!” la gente lo scherniva.
L’inondazione d’improvviso travolse tutti, come l’artiglio dell’islam quando cercherà le gole degli infedeli. Sta a noi costruire l’arca e raggruppare il piccolo gregge, oppure finire annegati nel nostro stesso sangue, destinato a scorrere sotto quei ponti che tanti bugiardi hanno incensato.