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Si è parafrasato qualsiasi cosa, citando presente, passato, futuro.
C’è chi ha accostato la lotta dei NoTav contro la polizia, alle invettive di Pasolini sul proletariato ribelle.
Chi addirittura, aggredendo verbalmente un agente, si è paragonato a Peppino Impastato (che connessione ci sia, tra la lotta alla mafia di Impastato e il il dileggio alle forze dell’ordine, è un autentico mistero).
Chi ha invocato il martirio (?), dopo che un tizio è stato promosso martire (?): folgorato su un traliccio, a causa di un invito a scendere dallo stesso.
Chi ancora, scorge nei NoTav la “meglio gioventù” che si ribella, e combatte il modernismo galoppante.
Insomma, le motivazioni non mancano: tutto va bene per continuare a far casino.
Perchè poi la tristezza, in fondo, si riduce solo a questo: hai la pausa pranzo? sei appena uscito da lavoro? che fai? Vieni con noi a far casino!
Vuoi mettere il tirare sassi, lanciare sputi, rompere macchine?
Questo si, è divertente.
Lo slogan per questi sedicenti rivoluzionari potrebbe continuare.
Dai, entra nel presidio anche te: magari vieni ripreso dalle tv, così puoi parlarne pure in osteria, al bar, con gli amici.
Cioè, stai salvando il mondo, mica briciole!
Poi, in finale, al diavolo se non sai neppure se sta’ Tav offrirà lavoro a te o ai tuoi figli. L’importante è far casino, no?.
Ecco il sintetico estratto del 90% del No Tav, le loro motivazioni.
I quali si son concessi (perchè cambiare aria fa bene) anche la gitarella a Roma “scaricandosi” un altro pochino.
La soluzione alle manifestazioni violente, di matrice “ideologica culturale” (notare le virgolette) sarebbe bella che pronta.
MMA.
Vi dice niente?
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L’MMA (acronimo per mixed martial arts) è un insieme di stili di lotta, boxe e arti marziali, che dal mescolamento di queste tecniche, si impone come autentica lotta di strada.
Non possiede la perfezione del pugilato, neppure la spiritualità delle arti marziali; è utilizzata perlopiù come valvola di sfogo, sublimando la rabbia e la violenza dell’uomo contemporaneo.
I tornei di MMA sono visibili sui più prestigiosi canali satellitari, gli atleti hanno l’incedere dei gladiatori, il ring è costituito da una gabbia metallica. Il risultato è uno soltanto: se le danno di santa ragione.
Trovare partecipanti per questi incontri, qui in Italia, non sarebbe complicato: mi vengono in mente i tifosi violenti negli stadi (quelli la cui sorte della squadra del cuore non interessa, cercano solo un prestesto di “menare”).
Anche alcuni NoTav sono idonei al ring delle reti di metallo, in perfetto stile MMA.
Creando disordini, scontrandosi goffamente con l’autorità, i NoTav sembrano individui dominati dagli istinti, non dalla ragione. Ubriacati da impulsi distruttivi, in realtà non si battono per arrestare i lavori della Tav, ma lanciano un grido personale, per essere aiutati, su come scaricare la rabbia che hanno in corpo.
La politica, l’ecologia, l’alta velocità non centra nulla, soltanto un pretesto.
La moltitudine di persone, che fanno branco, che ringhiano contro “pastori” e “pecorelle”, sono alla disperata ricerca di un alternativa, che possa leggittimarli all’uso della violenza.
Invitare questi individui a partecipare ad un torneo di MMA, nella realtà o nella fantasia, significherebbe liberare gli stadi, le Tav, qualsiasi manifestazione, dal germe della rabbia incontrollata.
Ecco la soluzione. Forse inapplicabile. Risolutiva però, perchè annullerebbe l’implosione della scontro, legittimandolo in spettacolo sportivo.
Quando il sonno della ragione è profondo, si è spento anche l’ultimo barlume di etica e spiritualità, il NoTav/rivoluzionario/antagonista/tifoso ecc ecc in nessun modo riesce a liberarsi da sè stesso. Allora bisogna mostrargli le gabbie, se è utile, se dà loro sollievo, farli combattere l’uno contro l’altro. Simili a belve, l’unica legge compresa sembra quella di azzannare o essere azzannati.
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