“Direttora (del mio cuore)”
di Federico Bason.
Mia amata Direttora,
a te non
sfugge nulla
ogni cosa è
in tuo controllo.
tu sei un sole
senza alcun
tramonto
che nel giorno
non conosce
crollo.
Se giungi svelta
è per dirmi che
tu soltanto
sei più bella,
ci amiamo
da distante,
come il cielo
fa con la
sua stella.
Ma invece
il mio cuore
che striscia
sul selciato
non gli basta
la speranza
di esserti vicino,
chi può saperlo,
nell’identico destino
La voglia di te
sa di mistero
ha tacchi alti,
il suono
di così
dolci passi.
Vorrei amarti,
oltre che
sognarti.
Averti amato,
in seguito
immaginarti.
Se il mio amore
sente
che di me
non vuoi
saperne,
il cuore muta
come pelle
di serpente
Sai cosa intendo,
il cuore
sta soffrendo
a divenire
quel serpente,
i tuoi occhi
l’han scacciato
ti scongiura
ma tu niente,
i tuoi tacchi
l’hai schiacciato.
Mi passi sopra,
indifferente
non lasciarmi
sul selciato
Su di me
vorrei
un segno
di te in
ricerca sempre.
Amata direttora,
in equilibrio
non ti sbagli,
l’anima
di qualche artista
la percorri,
E’ un groviglio
che dipani
d’incanto
la tramuti,
in animale
la richiami.
Se al mio amore
stai pensando,
ai tuoi piedi
fai attenzione.
Paziente
sto in agguato
sei la mia
preda
in una partita,
per il letto
e per la vita.
Poi il cuore
si diletta
di te linfa
delle voglie,
sento
pulsare
un gran calore,
da cui è versato
di giorno
e nella notte
traboccante
il denso amore.
Traendo gusto
nella carne
la mia ossessione
è che tu cambi
l’opinione
di quella volta
che m’hai spiegato:
“non ho tempo,
forse o poi”
nella frase giusta:
“ora e sempre
è tempo
per noi”.
Ubriaco,
non c’è verso
che il delirio si
sia placato,
amata direttora
non chiedermi rispetto,
il tuo respiro
sogno
uno ad uno
senza luce
come compagna
pallida ho
la luna.
Con la bocca
spalancata
la tua essenza
bramo, ecco
l’ho evocata.
il cuore
disteso sul selciato
freme, sbava
ti aspetta, presto
è sempre più affamato.