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Di cosa sono fatti i sogni? Essi hanno vita propria o sono legati a colui che, dormendo, sprofonda nella fase rem?
“Solaris” è uno strepitoso film di fantascienza, in cui visioni oniriche si coagulano nella coscienza di alcuni astronauti, relegandoli in una galassia lontana, in preda a sonno e apparizioni.
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::fulltext::
George Clooney, che recita da protagonista il ruolo di scienziato, verrà mandato in missione all’interno dell’astronave, in avaria dinanzi al pianeta Solaris.
Ci sono troppi misteri da risolvere: perchè le strumentazioni di bordo non funzionano? Dove sono finiti i membri dell’equipaggio? Di chi sono quelle voci che sussurrano nei corridoi abbandonati? E, sopratutto, perchè avvicinandosi a Solaris i sogni sembrano reali?
Dimenticate alieni, pistole smaterializzanti e effetti hollywoodiani, “Solaris” è un film d’autore, che oltre essere di fantascienza, rappresenta una elegantissima metafora della crisi in cui il mondo è sprofondato.
E’ il modesto valore che la società di oggi attribuisce ai sogni dell’essere umano, considerandoli solo una via di fuga o una consolazione.
La sfida di Solaris è abbandonarsi ai sogni degli altri, o affrontare con audacia il reale, anche se fa male.
Mai un film come questo è calzante per i tempi che ci troviamo a vivere.
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