Tra Padania e Palestina

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La vicenda l’avevo collocata nella cartella “ignore”. Cioè, qualcosa da non scrivere, non occuparsene, non approfondire. Non perché sia una notizia poco importante, tutt’altro.

Ma perché sottoscrivo l’intera questione su un piano puramente localistico e non internazionale.

Mi riferisco alla diatriba INFINITA Palestinesi vs Israeliani. Sembra il titolo di un film di serie B, vero?

Purtroppo nella marea di spam, spazzatura, cialis e viagra di cui la mia casella di posta è impestata, mi è arrivata una strana email. Essa mi ha fatto cambiare idea, e ho deciso di scrivere questo post.

L’ email aveva un titolo eloquente: La Palestina, prossima nazione del mondo.

“Tristezza portami via” ho pensato. Con un sospiro apro la bustina e leggo il contenuto.

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In pratica mi viene mandato un accorato appello a firmare, a far firmare,  a firmare ancora e ancora, per il riconoscimento dello stato palestinese da parte dell’ONU.

Campeggia il bel link dove sottoscrivere “l’iniziativa di pace” e tra corsivo, apici e grassetto le esortazioni si sprecano. Tipo: “l’Europa non deve rimanere a guardare”, “il popolo palestinese si ritrova in catene”, “essere riconosciuti dall’ONU porterà giustizia, fratellanza, diplomazia”, “E’ arrivata l’ora di un cambiamento epocale e di passare da un futile processo di pace a un nuovo cammino verso il progresso”.

Insomma, sembra che una poltrona intorno al tavolo delle Nazione unite, proietti la Palestina in uno spot del Mulino bianco, tutti belli, concordi, e la mattina si svegliano ridendo felici. Che pacchia!

Continuo a leggere la lunga email, un altro po’ mi tocca prendere un cleenex, talmente gli occhioni si fanno umidi: per perorare la causa si racconta di sopraffazioni, umiliazioni di questo e quest’altro palestinese che manco Actarus, protagonista di Goldrake, ha mai sofferto contro tutti i mostri del pianeta Vega.

Chiaramente non si fa menzione di quei palestinesi, pieni di odio, che si fanno scoppiare come kamikaze nei mercati di Israele. La strage di donne e bambini passa sotto colpevole assordante silenzio.

In preda a noia, scorro la lettera, di quella che -se non si è capito- è elementare propaganda. Finalmente leggo uno dei promotori di questa iniziativa “indipendente”.

Firma in calce: LEGA ARABA

Primo mio pensiero: “Annamo bene”  traduzione: Andiamo bene

Il secondo mio pensiero: “Però, è come se ti arrivasse una missiva con scritto: “progetto di cooperazione e diplomazia tra popoli e religioni” Firmato: L’Enigmista (quello del film)

Dico, non c’è un po’ di distonia in tutto questo? Questo cancan mediatico sul riconoscimento della Palestina da parte dell’ONU, non è ben pilotato da interessi (religiosi ed economici) ben precisi?

L’offensiva contro Israele, propone una guerra dei diritti (dubito fortemente) oppure una possibilità di supremazia, per giocare ancora più duro sullo scacchiere mediorientale?

Come già scritto all’inizio del post, la coesistenza di Israeliani e Palestinesi, per me è un fattore puramente locale, cioè circoscritto in quella terra, e dovutamente gestibile dagli uomini e dalle donne residenti, arabi ed ebrei che siano.

Ho l’impressione che ai signori della guerra non interessi avere una bandierina in più che sventoli sul palazzo dell’ONU. Piuttosto a fare gola, sono cose concrete, la possibilità di chiedere, ottenere, costruire cose. Cose materiali. Altro che indipendenza.

La corsa al nucleare da parte dei Paesi canaglia è in dirittura d’arrivo, se non ultimata. Ora è la volta dei Paesi a loro aggregati. L’accesso a forniture, mezzi, uomini, che potrebbe ottenere la Palestina come Stato a tutti gli effetti (equiparato a Italia, Germania e Francia) dovrebbe seriamente preoccuparci.

Oggi Israele, pur con degli sporadici errori, sta arginando il problema. Subendo una strage dopo l’altra, combatte e isola i terroristi. Il conto da pagare è salatissimo.

L’ONU invece, aprendo la fronda ai fondamentalismi, non farebbe che peggiorare la situazione.

Ci lamentiamo tanto, delle guerre, della pace che non può essere esportata o imposta. Delle missioni all’estero e dell’ingerenza di Paesi verso altri Paesi, ed ora qualcuno chiede la firma per far nascere qualcosa di sbagliato e imprudente.

Noi Italiani dovremmo essere ancora più sensibili, se la Palestina venisse riconosciuta come Stato, si tramuterebbe in un occasione ghiotta per la Lega Nord  di adoperarsi per la secessione, cosicchè la Padania, come la Palestina, inizierebbe la trafila per essere riconosciuto come Stato.

Dare smisurati poteri a piccole entità (Palestina, Padania, 1000 altre realtà indipendentiste nel mondo) causerebbe sicuramente l’incipit di un conflitto globale. Opporsi con ogni mezzo è giusto ed è sacrosanto.

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