Un tè con i Patrioti

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Tutte le favole iniziano un po’ così e poi finiscono magnificamente. Hanno la capacità di far sognare, di iniettare speranza. E’ la favola dei “Free Men”, patrioti americani che si sono ribellati a Washington. E gli hanno dichiarato guerra.

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Se vedete in basso a sinistra nel mio blog, tra i movimenti, campeggiano anche i mitici “TheaParty Patriots”, fonte sicura di inspirazione e di quella speranza descritta sopra.

I “Patrioti del tè” (chiamati così perché si organizzano in gruppi di 3 o 4 nelle abitazioni, davanti a una tazza di tè fumante) provengono dai mitici “Free Men”, i quali nascevano come movimento autonomo e spontaneo, creato un po’ in tutta l’America, specie nelle zone rurali.

Iniziamo dal principio, proprio come una bella favola: c’erano un volta i Free Men,  costituiti da gente semplice, abituata a lavorare sodo, onestamente. Spesso possedevano fattorie, aziende nelle campagne, vivendo dei frutti della terra e allevamento bestiame.

Si facevano chiamare Free Men (Uomini Liberi).

Dagli anni 80 agli anni 90, Washington alzò crudelmente le tasse, espropriando le terre ai contadini, distruggendo i loro raccolti, uccidendo il bestiame. I Federali del Governo (dell’allora Presidente Clinton) entravano nelle terre dei Free Men per togliere l’acqua, tagliare la luce, distruggere le messe. In pratica lo Stato metteva le mani sulla proprietà privata, utilizzando lo strozzinaggio delle tasse, tornando così in possesso dei campi lavorati.

Intere famiglie rimasero senza casa e senza poter sfamare i figli, quelle stesse abitazioni, quelle stesse fattorie, che erano state tramandate da padre in figlio, con enormi sacrifici.

Intanto i vampiri di Wall Street ingrassavano, guadagnando milioni di dollari in borsa, speculando sulla povera gente.

Questo significava una cosa sola: era guerra.

I Free Men, stiparono nei granai, nelle cantine, nei casolari, nascosti nei boschi migliaia di armi, praticamente costituendo un arsenale.

Diedero l’ultimatum a Washington: o il Governo avrebbe desistito nella confisca dei beni, o loro avrebbero aperto il fuoco. Non importa chi si parasse davanti: se uno sceriffo, uno dell’FBI o il Presidente degli Stati Uniti in persona. Loro erano Americani, ma non riconoscevano la tirannia delle tasse e l’esproprio in stile comunista. Dà li a poco sarebbe potuta scatenarsi una guerra civile.

I Free Men vinsero la battaglia. Segretamente, perché nessuna tv, radio o giornale fece menzione della vittoria.

Non fu esplosa alcuna pallottola, comunque i politici alla casa Bianca furono così terrorizzati, che desistettero dal loro proposito.

La favola volse al meglio e al bello: al Congresso, tra le fila Repubblicane, finalmente furono eletti veri Americani: chi aveva in odio le tasse e riconosceva come diritto inalienabile la proprietà privata (come il mitico Newt Gingrich).

Allontanati gli elementi estremisti (qualche atteggiamento che trasbordava nel razzismo), il Credo dei Free Men confluì definitivamente nei TheaParty Patriots. Oggi, in America è uno dei gruppi di opinione più potenti e organizzati d’America.

Quanto ci vorrà perché nella vecchia e moribonda Europa fioriscano persone così eccezionali?

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