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Dopo un poco giunsero a un alto muro bianco che costeggiava la strada e che sembrava di marmo. In cima a una collina s’interrompeva in un alto arco che brillava alla luce del sole.
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– Questo è il Paradiso, signore, – rispose l’uomo.
– Uao! E non si potrebbe avere un po’ d’acqua?
– Certo, signore. Entri pure, dentro ho dell’acqua ghiacciata.
– Non può entrare anche il mio amico? – disse il viaggiatore indicando
il suo gatto.
Dopo un‘altra lunga camminata, giunse in cima a un‘altra collina in una strada sporca che portava all’ingresso di una fattoria, un
cancello che sembrava non essere mai stato chiuso. Non c’erano recinzioni di sorta.
Avvicinandosi all’ingresso, vide un uomo che leggeva un libro seduto contro un albero.
– Mi scusi, – chiese. – Non avrebbe un po’ d’acqua?
– Sì, certo. Laggiù c’è una pompa, entri pure.
– E il mio amico qui? – disse lui, indicando il gatto.
– Vicino alla pompa dovrebbe esserci una ciotola.
Attraversarono l’ingresso ed effettivamente poco più in là c’era un‘antiquata pompa a mano, con a fianco una ciotola.
Il viaggiatore riempì la ciotola e diede una lunga sorsata, poi la offrì al gatto. Continuarono così finché non furono sazi,
poi tornarono dall’uomo seduto all’albero.
– Come si chiama questo posto? – chiese il viaggiatore.
– Questo è il Paradiso.
– Be’, non è chiaro. Laggiù in fondo alla strada uno mi ha detto che era quello, il Paradiso.
– Ah, vuol dire quel posto con la strada d’oro e la cancellata di
madreperla? No, quello è l’Inferno.
– E non vi secca che usino il vostro nome?
– No, ci fa comodo che selezionino quelli che per convenienza lasciano
perdere i loro migliori amici.
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